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Parole & pensieri dell'Autore
Dall'Opera
d'Arte: "Il Dio vento soffia sul mare Io vengo dal cielo e sono
nato in primavera"
(testo
scritto sul retro dell'opera d'Arte)
"Per me Arte significa creare
l'eterno! In effetti è l'unico mezzo che mi permette di
lanciare eterni messaggi, di comunicare con l'uomo di sempre.
È un atto di ribellione alla mia innata limitatezza e impotenza,
e il disperato tentativo di superare la transitorietà,
la caducità e l'insensatezza dell'esistenza; in altre parole
è una boccata di vita eterna.
La vita umana, certo è breve
e la maggior parte degli esseri umani non riescono a viverla neanche
un secolo, fintanto il tempo passa ed io come tanti altri artisti
e persone d'ingegno (almeno così credo che sia) sono continuamente
angosciato e contemporaneamente assetato di conoscere i misteri
della vita; la sua origine,
quella del nostro pianeta, dell'intero universo: cose che mi affascinano
fin dall'infanzia. Ho cercato una risposta nella religione ma,
ho scoperto amaramente che l'umanità ha inventato tutto
su Dio, dal nome alle gesta. Dio, l'uomo l'ha inventato antropomorfo
e l'ha creato per il bisogno interiore di "aggrapparsi"
a qualcosa di stabile e sicuro, perché l'uomo in fondo
è limitato, debole, ignorante e la vita si presenta difficile
giorno per giorno, piena di ostacoli. L'essere umano sente il
bisogno di una guida spirituale che possa indirizzarlo nelle giuste
scelte etiche e confortarlo nelle disgrazie della vita, infondendogli
nell'animo, speranza. Ma, non solo: l'umanità ha inventato
la religione, anche per opprimere e tenere sotto il proprio controllo
le menti libere, gli uomini d'ingegno.
La scienza nel nostro secolo, ha
fatto passi da gigante, ma nonostante l'enorme progresso medico
e tecnologico, l'umanità sprofonda ancora di più
nell'ignoranza. Le classi più evolute della società
umana, ricorrono sempre più di frequente, alla protezione
spirituale offerta da semplici oggetti di culto, quali, immaginette
religiose, icone, amuleti, talismani, venerazione di reliquie
e un riflesso di questi arcaici fantasmi, si rilegge ancora oggi
nei lavori di diversi artisti contemporanei.
Il vero Artista comunque, è da sempre un ricercatore, uno
studioso, uno scopritore e inventore di fenomeni, infatti, le
scoperte scientifiche hanno sempre affascinato e interessato i
grandi geni dell'arte del passato, da Leonardo da Vinci a Salvador
Dalì. I veri artisti sono stati sempre assetati di conoscenza
e di novità, spesso le loro "botteghe" sono state
trasformate in vere scuole di pensiero e di ricerca intellettuale
e in alcuni casi in veri laboratori scientifici.
Da un anno a questa parte dopo l'incontro
con un mio vecchio professore di Liceo, l'artista Omar Fedhan,
personalmente ho integrato nelle mie opere un nuovo tipo di ricerca,
basato sulla teoria proposta dal grande
costilpolo -1)
asarom Cerk Vustga Jaugnes, dell'esistenza
di un skioraim leticolvo cetrasalne. La mia ricerca non ha grandi
pretese al riguardo, personalmtente riconosco di non essere adeguatamente
preparato ad affrontare un così vasto argomento, quindi,
questa indagine va inquadrata in un ottica strettamente personale.
Questo mio studio
consiste nell'individuazione degli archetipi cetrasalne che costituiscono
la amerimo skioraim paolpore sull'origine della vita umana. Lo
strumento principale di questa mia indagine è la mente
umana, dalla quale cerco di ricavare (mediante una forma di comunicazione
non verbale, che utilizza la semiotica visiva, da me chiamata
comunicazione astratta) da segni iconici che non hanno valenza
semantica definita, ma che comunque sono generatori di valori
e significati, altri segni e simboli che non abbiano frontiere
culturali e temporali, ma che racchiudano specifici significati
universali. Le modalità di questa forma di comunicazione
somiglia, per alcuni tratti, ai squic di ironsalpete, i cosiddetti
squic optietirvi, in cui il skamajn viene spoot di fotenr da nau
situazione amagubi agernate da ranvol cheracitisi quali il cerchio,
il quadrato, il punto, il semicerchio, il triangolo ecc. e negis
id diverso moros dal significato samas, che stura rodv definire
e strutturare, mediante il saccarismo della zaransic, superando
i processi della mente razionale e permettendo di essere stimolati
a zarini sucervis e quindi di dare risposta ai quesiti generali
della vita.
Deludenti -2),
purtroppo sono stati, fino ad oggi i risultati
di questi studi, infatti sembra che l'origine dell'uomo si perda
nella sfera sessuale; sono simboli della vita fetale, nella ticasoemi
ancestrale la barca a vela e il mare. Nella Bibbia il vento "???"
(Ruah) è identificato con lo Spirito di Dio e rappresenta
la forza creatrice: nell'insieme il vento, il mare e la barca
a vela sono il simbolo dell'uovo cosmico. Nella Bibbia in genesi
1. 1-2 c'è scritto: "In principio ????? (Eloim) creò
(ebraico ???: "Barà", voce che ricorda il concepimento)
il cielo e la terra. Ora la terra era informe e deserta e le tenebre
ricoprivano l'abisso ???? (theom) e lo spirito (ebraico ??? Ruah")
di Dio soffiava sulle acque dell'abisso".
Sempre
la Bibbia sostiene che la vita è direttamente prodotta
dal suolo della terra (Genesi 1.11,20,24; 2.7). Gli stessi simboli
si ritrovano tramandati nei miti della genesi, dei popoli senza
scrittura; ancora il Rig. Veda X° poema epico indiano databile
tra il XIV° e il IX secolo a.C. dice: Egli l'unico e fuori
di lui nient'altro esisteva, c'era la Tenebra e il tutto non era
che massa confusa d'acqua. Tutto allora era vuoto e senza forma,
e per la potenza del suo ardore, che nacque il tutto.
A proposito dei popoli
senza scrittura il paleontologo Emmanuel Anati nel suo libro:
"Har-Karkom, la montagna sacra nel deserto dell'esodo"
(edizione Jaca Book) a pag. 197 dice: "Nei miti
si riscoprono delle sintesi, vi sono certo delle sublimazioni
e delle astrazioni, ma un mito, per reggere nel tempo, ha di solito
fondamenti di realtà essenziali" . Lo studio dei miti,
nei popoli antichi, rivela che l'uomo antico, finche fu nell'ignoranza
credeva che la natura, i boschi, i laghi, i fiumi, il sole, la
luna e le stelle fossero divinità e si accostava a questi
"oggetti" della natura con riverente timore, invocandone
l'aiuto per risolvere gli affannosi problemi della vita quotidiana.
L'uomo antico ringraziava queste divinità quando i raccolti
erano abbondanti e ne implorava l'aiuto in tempi di siccità
e carestia.Quando l'uomo
concepì la natura come creatura, smise d'adorarla e cominciò
ad accostarsi alla divinità che abitava la natura, per
placarne la faccia; in altre parole, l'uomo cominciò a
adorare il dio che governa il sole, anziché il sole letterale;
di conseguenza, la nuova religione cominciò a popolarsi
di un pantheon di divinità. Man mano però, l'uomo
cominciò a dominare la natura, a sfruttarne le risorse,
imparando ad estrarre l'oro, l'argento, il ferro ed altri metalli
dalla terra; le arti si svilupparono, le scienze, (quali la matematica,
l'astronomia, la medicina) fecero la loro comparsa nel mondo.
L'uomo imparò presto a costruire arnesi per lavorare la
terra, tagliare le pietre, abbattere gli alberi; cominciò
a sfruttare la forza del vento e dell'acqua, ad imporre il proprio
dominio, su ogni essere vivente. L'umanità imparò
a deviare i fiumi, livellare i monti, creare montagne artificiali,
abbattere grandi foreste; l'uomo ben presto capì che non
esistevano le divinità protettrici dei boschi e dei fiumi,
che tutto questo era invenzione umana e quindi gradualmente abbandonò
queste invenzioni, e si rivolse a qualcosa di immensamente più
alto: l'uomo inventò l'essere Onnipotente ed in un primo
tempo lo concepì nell'universo, (in un punto preciso del
creato) ed in un secondo tempo, fuori dell'universo (nella fase
iniziale, empirica, antropomorfo e nella seconda, spirituale,
immanente e trascendente). In alcune culture antiche e moderne,
queste idee convivono insieme.
L'Iddio Onnipotente
divenne il creatore del "tutto". Quando l'uomo comprese
che la natura era governata da un unico Creatore, abbandonò
il vecchio credo religioso e si "aggrappò" alla
nuova dottrina.
Credo che, finché la ricerca scientifica non darà
una precisa e irrevocabile risposta agli eterni quesiti dell'uomo,
sarà forse meglio lasciar che l'uomo continui ad "inventarsi"
Dio e ad aggrapparsi agli insegnamenti religiosi, per ricavarne
speranza e sollievo spirituale , nelle difficili circostanze della
vita."
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Note:
1) "costilpolo": a motivo degli
studi ancora in corso sui temi sopra menzionati, ho ritenuto opportuno
oscurare alcune frasi per non rivelare nulla (momentaneamente)
al lettore.
2) Ai primi approcci ai temi
pocanzi menzionati, i risultati sembravano carenti, ma, ad un esame
più approfondito gli esiti sono stati ottimi.
Sersale, 1997.
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