
"Bisogno
spirituali"
1977
Olio su tela
cm 35x50
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"L'Opera d'arte Bisogni Spirituali appartiene
al periodo della adolescenza del maestro, ed è stata inserita
perché è la prima dei capolavori dell'artista a essere
stata pubblicata nel voluminoso catalogo Italiano, "Repertorio
d'Arte Contemporanea", Catanzaro, AntAres Vincenzo Ursini editore,
1° edizione 1993 pag. 34 e pag. 269. A cura dell'editore e dei
giornalisti suoi collaboratori è la notizia critica riportata
nel medesimo volume a pag. 34: [vedi
notizia critica]. Il capolavoro è stato inoltre, anche
riprodotto in bianco e nero, allo scopo di illustrare la copertina
del testo di Fulvio Castellani (giornalista) su Pasquale Fiacco,
dal Titolo: "POLINNIA, Panoramica sul poeta contemporaneo Pasquale
Fiacco", Catanzaro, VanitYpress, Vincenzo Ursini Editore, 1°
ediz. 1993. [vedi
immagine del libro] |
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La spiritualita è stata definita da alcuni studiosi come un luogo dove
l'essere umano s’interroga
sul senso sullo scopo della sua vita in un mondo dove tutto finisce tragicamente
nella morte, della presenza di un individuo dotato di intelligenza superiore,
rispetto ad altre forme di vita, nel mondo, sull’ipotesi
di una trascendenza, di una vita nell'al di là, decodificata, pianificata
e annunciata, in una immagine dal contenuto positivo, rassicurante, per
l'’uomo,
che lo eleva a entità preponderante nei suoi rapporti con tutto ciò che
gli sta attorno. Questa definizione della spiritualità
mostra
bene la
complessita dell'argomento dagli
aspetti psicologici,
sociali e antropologici rilevanti, che sfociano nell'impellente bisogno
di ogni individuo di elevare se stesso a un rango superiore che dia dignità
alla propria esistenza. Visti in questo contesto i bisogni spirituali
acquistano un significato diverso dalla religiosità, infatti, definirsi
"spirituali" non significa essere necessariamente un credente, né i problemi
che riguardano l'etica sono argomenti esclusivamente a pertinenza delle
religioni, ma sono concetti che riguadano tutti gli uomini indifferentemente
se sono credenti o meno, inoltre l'essere religioso, o meglio, gli individui
che dicono di credere in
Dio, affrontano le questioni etiche e spirituali, ognuno in maniera diversa,
a volte ispirati dai dettami differenti delle confessioni di appartenenza,
ma anche l'affermazione della propria religiosità non sempre converge
nel rispetto delle normi etiche e spirituali, in altri termini, parlano
bene del proprio credo o confessione, ma, "razzolano male".
È assolutamente falso affermare che per poter soddisfare pienamente
i propri bisogni spirituali, si debba essere per forza religiosi, credere
in un essere Onnipotente, abbracciare una religione, anche tutte le
arti visive, la pittura e la scultura tradizionale, la musica, la poesia,
la letteratura, lo studio della filosofia, la lettura di riviste a carattere
scientifico può appagare la propria sete spirituale.
I bisogni
spirituali dell'uomo, quindi, riguardano la "visione" che ogni individuo
religioso e non credente ha del mondo, del senso e dello scopo dell'esistenza,
e della vita, si caratterizzano come necessità d’essere
accettati, rispettati ed identificati come una persona, con personalità
unica, distinta e di rilievo, davanti ai rischi del qualunquismo, della
rottura
e della
perdità della singolarità e dell'unicità, scivolando nell’impersonalità
e nell'anonimia, e peggio ancora nella frantumazione sociale e affettiva;
da quì il senso ritrovato, ma, volendo anche rivelato, attraverso l'informazione
e la cultura, in faccia all'oblio, ridà significato alla
vita, raggiungendo così la pace dei sensi, ecco quindi, che i bisogni
spirituali ben si conciliano con la necessità della serenità d'animo,
di dare quiete alle turbolenze della coscenza che sempre investiga, davanti
alle mille domande sul significato dell'esistenza.
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