Muscardinu è una località collinare della campagna
ai piedi di Sersale ricca d'uliveti (l'olio di queste colline
è di ottima qualità) in cui cresce lussureggiante il fico
d'india. Muscardinu è il nome di un personaggio
medievale leggendario, un cavaliere uno dei sette paladini
di Carlo Magno. [i "paladini" sono eroi,
personaggi consacrati all'ideale dell'amore per la patria, della
fede e dell'onore] Questa località collinare prende il nome proprio
da questo mitico paladino. Sono eredi di un versante di questa
località di campagna mio padre le sue sorelle e cugini. Aldilà
e nei dintorni di questa campagna si trovano altre colline che
hanno ricevuto il nome del resto dei paladini di Carlo Magno:
Razzone, Fariano, Filippazzu, Lucciu, Scaranu
e il colle di Orlando.
Ma, che centra la letteratura epica francese con queste disabitate
colline di campagna? Per quale motivo gli antichi proprietari
chiamarono queste campagne con il nome di questi leggendari paladini
di Carlo Magno?
Bisogna dire innanzitutto, che queste località di campagna non
sempre sono state disabitate, costituiscono il luogo dove è fiorita
la civiltà magno-greca e romana. Nell'epoca magno-greca il nord
Italia era quasi una foresta disabitata e questi luoghi al contrario
di oggi, brulicavano di vita, d'arte, artigianato e di cultura:
sono una silenziosa testimonianza delle vestigia del passato,
quello che l'archeologia nei nostri giorni ha portato alla luce,
lungo tutta la costa ionica e nell'entroterra, vale a dire decine
di ville, insediamenti e necropoli Greche e Romane.
Dal 476 d.C. con la deposizione dell'ultimo imperatore romano
Romolo Augustolo ebbe fine la cosiddetta "età classica"
ed iniziò il "medioevo". Questa epoca vide fiorire in occidente
la dinastia francese carolingia, che con a capo Carlo Magno invase
tutta l'Europa. Nel suo regno Carlo Magno, che divenne imperatore
del sacro romano impero, organizzò il territorio conquistato in
contee, marche e ducati, impose e diffuse il modello feudale e
come i suoi predecessori si impegnò militarmente per contrastare
chi si opponeva al suo potere che cresceva di giorno in giorno.
Le campagne militari intraprese da Carlo Magno furono molte, tutte
tese ad aumentare il dominio in Europa per l'impero e per la chiesa.
Solo nella Spagna occupata dagli arabi (saraceni) il successo
fu molto modesto per non dire fallimentare. Nonostante i risultati
modesti dell'impresa militare in Spagna, il mito delle gesta di
Carlo Magno e dei suoi paladini alimentarono leggende ed è proprio
in questo clima storico-culturale che nascono "le Chansons
de geste" (canzone delle gesta).
Le Chansons de geste sono componimenti in gruppo di versi
rimate, con lunghezza variabile, che riadattano in forma letteraria
le res gestae, vale a dire, l'eroismo bellico, celebrato
come delle vere e proprie guerre sante di taluni condottieri contro
i saraceni e popolazioni pagane. Sono articolate sulle avventure
eroiche d'alcuni protagonisti, anche storici come Carlo Magno
e i suoi paladini, quindi, alle origini de le Chansons de geste
c'è in sostanza il "passato epico nazionale" di
una società arcaica che impianta le fondamenta della propria storia
nazionale, in altre parole "la memoria di una nuova comunità
politica che riscatta se stessa mediante le vicende celeberrime
di un personaggio divenuto esempio di vita".
In precedenza l'origine delle chansons de gesta erano ritenute
dagli studiosi "patrimonio di una cultura popolare e prodotti
da una lunga deposizione sociale", ora invece, si è orientati
a considerarli come testi redatti relativamente più tardi e nati
con aspirazioni letterarie che ricalcano le gesta dei crociati
e delle vite dei santi.
La più famosa delle chansons de geste è senza dubbio la "chanson
de Roland" (canzone di Orlando), la cui principale ed
originaria composizione dovrebbe risalire tra il 997 e il 1130.
Il testo così come oggi lo si conosce c'è giunto attraverso copie
successive come quella del manoscritto di Oxford, composto in
lingua anglo-normanna e datato fra il 1125 e il 1150 e quello
in franco-veneto della metà del XIV secolo, conservato nella Biblioteca
Marciana di Venezia.
La Chanson de Roland, è un poema epico, opera d'autore
ignoto (forse Turoldo, come si nomina negli ultimi
versi) appartenente al ciclo carolingio considerata tra le più
belle opere della letteratura epica francese si compone di 4002
decasillabi raggruppati in lasse (strofe dalla lunghezza variabile)
in assonanza e non in vera e propria rima; racconta le eroiche
imprese di Carlo Magno e dei suoi paladini contro i saraceni.
Il poema ebbe un successo vastissimo, favorendo numerose imitazioni
e diffondendosi in tutta Europa arrivò in Italia, addirittura
nel profondo Sud, sulle terrazze della campagna ai piedi di dove
in seguito sorsero le città di Zagarise prima e Sersale
dopo, portato probabilmente dai monaci dei quattro conventi basiliani
che si stabilirono anticamente nel comprensorio (uno dei quali
sorse nei pressi della città di Barbaro e come afferma
il prof. Michele Scarpino nel libro "Sersale, storia
di una comunità presilana", nel 1217 fu affidato dal vescovo
di Catanzaro ai Florensi, ordine monastico
fondato da Gioacchino da Fiore, personaggio menzionato
da Dante Alighieri nella Divina Commedia)
o da latifondisti che forse detronizzando saraceni o
bizantini o probabilmente, cristianizzando luoghi
e popolazioni autoctone politeiste che possedevano da secoli questi
territori, sicuramente con l'uso della violenza e della forza
come era consuetudine in quelle epoche, allo stesso modo di come
avvenne per i Sassoni ai tempi di Carlo Magno, esorcizzarono
e "bonificarono" quello di cui di selvaggio era rimasto, occupando
queste campagne.
Forse il modo in cui il poema sia giunto nel profondo sud, ha
una spiegazione ancor più semplice, vale a dire attraverso
il teatro delle Marionette o dei burattini o dei cantastorie che
hanno affascinato intere generazioni giungendo fino a noi.
La chanson de Roland canta la sconfitta dell'esercito
franco nella battaglia di Roncisvalle avvenuta il 15 agosto
778 e l'eroica morte del famoso paladino Hruotlandus (meglio
conosciuto come Rolando e poi in Italia come Orlando)
prefetto della "Marca" di Bretagna e d'altri paladini di
Carlo Magno, quando la retroguardia dell'esercito con a capo Orlando,
di ritorno da una spedizione in Spagna fu attaccata e distrutta
dai baschi alleati con i saraceni.
Bisogna ricordare comunque, che a Roncisvalle non si affrontò
una vera e propria battaglia tra due eserciti contendenti in campo
aperto ma, si trattò di un'imboscata dei Mori contro la
retroguardia dell'esercito di Carlo Magno, in una gola dei Pirenei.
I valori etici esaltati ed elogiati che caratterizzano le chansons
de geste sono: l'eroismo e il coraggio in battaglia, il senso
dell'onore, la lealtà nei confronti del sovrano, il rispetto della
fede nella Chiesa Cattolica; in questi poemi si respira un'atmosfera
di forte tensione ideale e spirituale.
Sono gli anziani, i contadini, le persone più vecchie di Sersale
che hanno ereditato le colline di muscardinu, fariano, filippazzu,
scaranu, razzone che ricordano, raccontano e tramandano alle
generazioni future la leggenda della città (casato e torre fortificata
su un colle) di "Barbaro" scomparsa ed eliminata
geograficamente per sempre dall'ira di Orlando, paladino
di Carlo Magno che per respingere i saraceni al
tempo della loro invasione, decise di distruggerla.
La leggenda "Calabrese" racconta che Carlo Magno,
preminente difensore della chiesa e dei valori cristiani (fatti
storicamente confermati), inviò in Calabria i paladini, Muscardinu,
Razzone, Farianu, Filippazzo, Lucciu e Scaranu con a capo
il leggendario e coraggioso Orlando (asserzione non sostenuta
dalla storia) per liberare le terre occupate dai saraceni,
ma appena i sette paladini arrivarono nei pressi di Barbaro
il sovrano (una donna saracena e potente strega) che viveva
sulla fortezza sul colle di Barbaro, operò degli incantesimi
e mediante questi sferrò un attacco mortale sui sette paladini
che rimasero uccisi ad eccezione di Orlando.
Per vendicare i paladini uccisi, Orlando con una grande
catapulta inflisse una dura perdita sui saraceni, infatti,
la fortezza sul colle di Barbaro, venne quasi interamente
distrutta, ma i Mori non persero tempo, si riorganizzarono
e al calar del sole tentarono la contro offensiva, ma Orlando,
continuò valorosamente a tenere sotto assedio la fortezza e durante
la battaglia fu colto improvvisamente da una grande sete, allora,
si rivolse a Dio in preghiera e chiese di essere dissetato. Dio
come risposta gli disse di scegliere come bevanda acqua oppure
sangue, Orlando scelse il sangue: l'onnipotente gli disse
di conficcare la sua spada nella roccia del colle che porta il
suo nome e immediatamente sgorgò sangue copioso e lui tracannò
con un calice, fino a dissetarsi, ma il sole stava per tramontare
e ancora non aveva portato a termine la sua vendetta, a questo
punto il valoroso paladino per impedire ai saraceni di riorganizzare
nella notte la difesa della torre, gridò a Dio per la seconda
volta chiedendogli di far tornare indietro il sole. Dio rispose
che non era possibile far tornare indietro il sole, ma, avrebbe
fermato l'astro tutto il tempo necessario per consentire al campione
di portare a termine la sua vittoria.
Alcuni studiosi hanno asserito (racconto sostanzialmente sostenuto
dai contadini ora in età avanzata di Sersale) che osservando il
sole in un preciso giorno dell'anno da un luogo determinato del
colle di Orlando, proprio di fronte al colle dove sorgeva la fortezza
di Barbaro si assiste ad un effettivo e inspiegabile fenomeno
astronomico. Il sole visto da altri luoghi nello stesso preciso
istante tramonta normalmente, calando all'orizzonte, invece, guardando
il sole dal colle di Orlando (nello stesso momento) si arresta
e resta fermo senza tramontare per mezz'ora, il tempo necessario,
secondo quanto racconta la leggenda, da permettere ad Orlando
di portare a termine la sua battaglia. Questo fenomeno sta suscitando
interesse in ambienti dove si studiano i presunti "ufo":
si parla di sole fantasma, di un doppio astro e questo attira
di anno in anno un numero crescente di visitatori.
Riguardo alla leggenda della sorgente dalla quale sgorgò abbondante
sangue, secondo quanto sostengono persone che hanno visitato il
luogo, è esistita realmente fino a poche decine di anni indietro
(ora purtroppo crollata) una spelonca nella roccia, alla quale
si entrava avanzando di lato con una spalla avanti e l'altra indietro
attraverso una strettissima fenditura e da una parete interna
fuoriusciva una sorgente d'acqua.
Ma, a quale epoca risale questa Leggenda? È esistita realmente
la città di Barbaro?
Personalmente sono un artista e non uno storico, né uno studioso
di queste astruse scienze e quindi non sono in grado di dare risposte
agli interrogativi che la leggenda "calabrese" fa sorgere, però
posso affermare con certezza che esiste realmente un colle chiamato
Barbaro e da come geograficamente si presenta, visto da
lontano, assomiglia ad una fortezza invalicabile, inoltre, la
storia afferma che è esistita realmente una città con una fortezza,
probabilmente posta sulla sommità di questo colle (alcuni studiosi
dicono che sul colle era ubicato il bastione, invece il centro
abitato era situato a valle in un luogo andato perduto) e che
nel 1413 la città di Zagarise (fondata nell'anno 1000),
e la città di Cropani furono invase da gente che risiedeva
in Barbaro, che scappava e cercava rifugio in questi luoghi
forse (ma non è sicuro) per sfuggire alla peste dovuta ad un lungo
assedio.
Per diversi motivi, sia d'accesso, sia dovuti a problemi (impedimenti)
con le autorità locali, non sono mai riuscito ad avvicinarmi e
a salire sulla sommità del colle. Le strade che conducono al colle
sono ostruite da una parte (la strada di Zagarise) da un corso
d'acqua che taglia di netto la strada d'ingresso, e dall'altra
(la strada di Sersale) dalla vegetazione alta e impenetrabile,
perché ad un certo punto la strada percorribile con una normale
auto finisce.
Secondo quanto affermano diversi studiosi dietro ai miti e leggende
c'è sempre un indizio di verità storica, quindi è probabile che
si sia ingaggiata realmente nel passato una battaglia contro i
Mori, certo non al tempo di Carlo Magno e né mai con
Orlando e gli altri paladini, forse illustri sconosciuti
hanno perso la vita, morendo da eroi nel tentativo di scacciare
i saraceni e forse si è voluto tramandare con la leggenda
(seguendo un'usanza antichissima) della chanson de Roland
(a motivo dell'ambientazione identica, sia di cronaca che paesaggistica,
con la "battaglia" di Roncisvalle, dei paladini di Carlo
Magno contro i Mori) fatti realmente accaduti.
Il paesaggio che si gode andando di persona a visitare quest'angolo
della Calabria letteralmente ancora incontaminato
dalla mano dell'uomo, è senza dubbio mozzafiato: precipizi
altissimi da far girare la testa, posti nelle vicinanze del colle
Barbaro (sembra che la montagna sia stata tagliata di netto
dando luogo ad un'immensa voragine) canyon
(le Valli Cupe recentemente aperte ai turisti) gole
profonde, vallate bellissime, terrazze d'ulivi, fichi d'india
e alberi da frutto, danno luogo ad un panorama pittoresco, da
dipingere e contemplare dal vivo in tutta la sua immensa bellezza.
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Canyon:
"TIMPE ROSSE " nella campagna di Zagarise
è un altro canyon interessante da visitare.
Muscardinu (the term means Dormouse) is a hilly place
of the country to the feet of rich Sersale d' oil of olive you
(the oil of these hills is of good quality) in which grows luxuriant
the fig tree of Indian. Muscardinu is the name of a legendary
medieval man, a rider one of the seven paladins of Charles
Magno. [the "paladins" they are heroes, consecrate
mans to the ideal of the love for the country, of the faith and
of the honor] This hilly place takes the name proper from this
mythical paladin. Heirs of a slope of this place of country, they
are, my father her sisters and cousins. Beyond and in the outskirtses
of these hills it is there other hills that have received the
name of the paladins of Charles Magno: Razzone, Fariano,
Filippazzu, Lucciu, Scaranu and the hill of Hemming.
What relationship there is among the French epic literature
with these uninhabited ones hills of country? Did the ancient
owners call these countries with the name of these legendary paladins
of Charles Magno for which motive?
Everything first needs to say, that these places of country not
they have always been uninhabited, they constitute the place where
was born the civilization great-Greek fret and Roman. n
the epoch great-Greek fret the South of Italy contrarily to what
happens today they swarmed of life, of art, craftsmanship and
of culture. The north Italy, instead in those distant epoches
it was almost an uninhabited forest: am a silent testimony of
the customs of the past, what the archaeology in our days has
brought to the light, along the whole ionic coast and in the hinterland,
or namely about ten villas, installations and Greek necropolis
and Romans.
From 476 AD with the deposition of the last Roman emperor Romolo
Augustolo had end the so-called one "classical age" and
it began the "middle age". This epoch saw to bloom
in west the Carolingian French dynasty, that with
to head Charles Magno invaded the whole Europe. In its
kingdom Charles Magno, that became emperor of the sacred
Roman empire, organized the territory conquered in counties,
brands and dukedoms, He imposed and spread the feudal model and
as her predecessors hocked militarily him to oppose who opposed
to her power that grew day by day. The invasions military initiated
from Charles the Great one they were a lot of, all
with the purpose to increase the dominion in Europe for the empire
and for the church.
Only in Spain occupied by the Arabs (Saracen)
success was very modest not to say bankruptcy. Despite the modest
results of the military enterprise in Spain, the myth of
the deeds of Charles Magno and her paladins they fed legends
and it is really in this historical-cultural climate that they
are born the "Chansons de geste" (song of the deeds).
The "Chansons de geste" are compositions in
group of verses rhymed, with varying length, that they readapt
in literary form the res gestae, or rather, the
war heroism, celebrated as of the real holy wars of some commanders
against the Saracens and pagan populations. They are articulated
on the heroic adventures of some protagonists, also historical
as Charles Magno and her paladins, therefore, to the origins
de the Chansons de geste there is in substance the "past
epic national" of an archaic society that installs the
foundations of his own national history, in other words "the
memory of a new political community that ransoms herself through
the very famous stories of a man become example of life".
In precedence the origin of the chansons de deeds were held by
the researchers "patrimony of a popular culture and produced
by a long social deposition". Instead is directed now to consider
them as texts relatively compiled later, and been born with literary
aspirations that the deeds of the crusaders and the lives of the
saints trace.
The most famous of the chansons de geste is without doubt
her "chanson de Roland" (song of Hemming), whose
principal and native composition should go up again between 997
and 1130. The text as it is known there today, it you has come
through following copies as that of the manuscript in Oxford,
composed in Anglo-Norman language and dated between 1125 and 1150
and that in frank-Venetian of halves the XIV century, preserved
in the Library Marciana in Venice.
The Chanson de Roland, is an epic poem, work of unknown
author (perhaps Turoldo, as it is named in the last verses)
belonging to the Carolingian cycle considered among
the most beautiful works of the French epic literature it is composed
of 4002 decasillabis gathered in weary (strophes from the varying
length) in assonance and not in real rhyme; it tells the heroic
enterprises of Charles Magno and her paladins against the
Saracens.
The poem was successful, and it favored numerous imitations and
spread in Europe and it arrived in Italy. It arrived even in the
South depth, on the terraces of the country to the feet of where
they had before subsequently origin the cities of Zagarise
and Sersale later. Perhaps the poem was probably brought
by the monks of the four convents basiliani that
they anciently established him in the district. One of these convents
it had origin near the city of Barbaro. As affirms the
teacher Michael Scarpino in the book "Sersale, history
of a community presilana" in the year 1217 one of these four
convents was submitted by the bishop of Catanzaro to the
Florensi. The Florensi were a monastic order
founded by Gioacchino da Fiore. Gioacchino da Fiore
was a man mentioned by Dante Alighieri in the Divine
Comedy. Another explanation is that the poem was brought
in Calabria by from the vassals. The vassals probably dethroning
the Saracens or the Byzantines or probably,
converting to the Christianity places and autochtonous populations
polytheists that had been possessing for centuries these territories,
surely with the use of the violence and the strength as it was
custom in those epoches, equally of as it happened for the Saxon
ones to the times of Charles Magno, they exorcized and
"they" occupying these hills and valleys all of this of which
had remained of savage.
The chanson de Roland sings the defeat of the frank
army in the battle of happened Roncisvalle August
15 th 778 and the heroic death of the famous paladin Hruotlandus
(better known as Rolando and then in English as
Hemming) prefect of the "Brand" of
Brittany and of other paladins of Charles Magno, when the
army's rearguard with to head Hemming, of return from a
consignment in Spain it was attached and destroyed by the
allied Basque with the Saracens.
It needs to remember however, that to Roncisvalle a real
battle was not faced among two armies contenders in open field
but, it dealt with an ambush of the Moor against the rearguard
of the army of Charles Magno, in a throat of the Pyrenees.
The excited ethical values and praised that they characterize
the chansons de geste I am: the heroism and the courage
in battle, the sense of the honor, the loyalty towards the sovereign,
the respect of the faith in the Catholic Church; in these
poems he breathes an atmosphere of strong ideal and spiritual
tension.
They are the elderly ones, the farmers, the oldest people of
Sersale that remember, tell and they hand down the legend
of the to the future generations "city" of "Barbaro".
These elderly ones, these farmers have inherited the hills of
muscardinu, fariano, filippazzu, scaranu, razzone. They
tells the legend of the community of people that he she lived
in the city called Barbaro to the more young people. This
city had a tower strengthened on a near hill that had the same
name of the city. According to the legend, the city with the tower
strengthened on the summit of the hill, disappeared and was eliminated
forever geographically, from the anger of Hemming, Charles'
Magno paladin, that to reject the Saracens to the time
of their invasion, definite to destroy her it.
The "Calabrian" legend tells that Charles Magno,
prominent defender of the church and the Christian values (historically
done confirmed), it sent in Calabria the paladins, Muscardinu,
Razzone, Farianu, Filippazzo, Lucciu and Scaranu with to head
the legendary and brave one Hemming (affirmation not sustained
by the history) to free the earths occupied by the Saracens,
but as soon as the seven paladins arrived near Barbaro
the sovereign (a woman Saracen and powerful witch)
what he she lived inside the castle strengthened on the summit
of the hill of Barbaro, it operated of the spells and through
these it threw to the sudden one a deadly attack on the seven
paladins that remained killed to exception of Hemming.
To avenge the killed paladins Hemming with a great, catapult
inflicted a hard loss on the Saracens, in fact, the castle
on the hill of Barbaro, almost entirely came destroyed.
The Moor, saracens, didn't waste time, they reorganized
him and to the sunset of the sun they tried against offensive.
Hemming, it kept with courage and military value on holding
under siege the castle. During the battle it was suddenly cultured
from a great thirst. You turned to God in prayer
and churches to give him water to drink. God as answered
it told him to choose as drink water or blood. Hemming
chose the blood. The almighty one told him to hammer
sword in the rock of the hill that brings the his name and immediately
abundant blood and him it gushed out he she drank with a wine
glass, up to when it was not thirsty anymore. The sun was about
to lower down to the horizon of the sky and Hemming had
not brought defeasible yet her revenge. To this point of the battle
the brave paladin to prevent the Saracens to reorganize
in the night the defense of the tower, shouted to God for
the second time asking to make him return back the sun. God
answered what possible to make to return back the sun was not,
but, it would have stopped the star the whole necessary time to
allow the champion to bring defeasible her victory.
Some researchers have affirmed (story substantially now sustained
by the farmers in advanced age of Sersale) that observing
the sun in a precise day of the year from a place determined of
the hill of Hemming, really in front of the hill where
the castle of Barbaro, it is assists to a strength and
inexplicable astronomic phenomenon. The sun seen by other places
in the same precise instant normally disappears behind the horizon,
lowering to the horizon, instead, bewaring the sun of the hill
of Hemming (in the same moment) he arrests and it stays
firm without lowering for a half time, the necessary time, according
to as it tells the legend to allow to Hemming to bring
defeasible its battle. This phenomenon is arousing interest in
environments where the presumed ones are studied "extraterrestrial
flying disks": it speaks of sun ghost, of a double star and this
attracts of year in year an increasing number of visitors.
In relationship to the legend of the source from which abundant
blood gushed out, according to as they sustain people that have
visited the place, has existed back really up to few about ten
years (unfortunately collapsed now) a cave in the rock, to which
he entered advancing of side with a shoulder before and the other
back through a narrow fissure and from an inside wall a source
of water escaped, it goes out.
But, to which epoch it goes up again this Legend? Has the city
of Barbarian existed really?
Personally I am an artist and not a historian, neither a researcher
of these abstruse sciences and therefore I am not able to give
answers to the questions that the legend "Calabrian" it makes
to rise, however I can affirm with certainty that a hill called
Barbaro really exists and from as geographically he introduces,
seen from far she resembles to an impassable natural fortress.
Besides, the history affirms that a city has existed with really
a fortress, probably mail on the summit of this hill. Some researchers
say that on the hill the bastion was situated, I city it instead
inhabited it was situated to valley in a place gone lost and that
in 1413 the city of Zagarise (founded in the year 1000), and the
city of Cropani they were invaded by people that resided in Barbaro.
These people escaped and it perhaps looked for shelter in these
places (but it is not sure) to escape the due epidemic of the
pest to a long siege.
For different motives, both of access, is due to problems (impediments)
with the local authorities, I have never succeeded in approaching
me and to climb on the summit of the hill. The roads that conduct
to the hill are obstructed on one side (the road of Zagarise)
from a course of water that cuts of in horizontal the road of
entry, and from the other (the road of Sersale) from the
tall and impenetrable vegetation, because all of a sudden the
practicable road with a normal auto ends.
According to what they affirm different researchers behind the
myths and legends there is always a sign of historical truth,
therefore it is probable that is really engaged in the past a
battle against the Saracen, certain not to the time of
Charles Magno and neither never with Hemming and
the other paladins. Illustrious strangers have perhaps lost the
life, dying from heroes in the attempt to send away the Saracens
and she is perhaps wanted to hand down with the legend (following
an ancient custom) of the chanson de Roland (to motive
for the identical stage reconstruction, both of chronicle and
landscape, with her "battle" of Roncisvalle, of Charles' Magno
paladins against the Saracens) really done happened.
The landscape that enjoys him going of person to still visit
literally this angle of Calabria uncontaminated
from the hand of the man, is without impressive doubt:
tall precipices to be made to turn the head, set in the proximities
of the Barbaro hill (it seems that the mountain has been
cut in vertical giving place to an immense abyss) canyon
(the Valli Cupe recently open to the tourists) deep throats,
very beautiful valleys, terraces of the tree of the olives, fig
trees of Indian and fruit trees, damage place to a picturesque
panorama, to paint and to contemplate live in all of its immense
beauty.
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Canyon: "TIMPE ROSSE" in the country
of Zagarise it is another interesting
canyon to visit.