Piero Manzoni è un artista italiano nato a Soncino in prov.
di Cremona nel 1933 e morto a Milano nel 1963. Dopo l'abbandono
degli studi classici, va a Milano e si iscrive all'accademia di
Brera, ma, anche questa è presto da lui abbandonata. Incuriosito
e stimolato dalle moderne tendenze di Lucio Fontana con i suoi concetti
spaziali, si inserisce immediatamente in quel filone della non-arte.
Aderisce al movimento artistico Nucleare e con Castellani tra il
1956 e il '58 da vita alla rivista Azimuth. Respinge tutto ciò
che appartiene all'arte tradizionale (quadri e sculture) e fa continui
esperimenti, ricorrendo ad artefici che fanno notizia.
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Parole & pensieri dell'Autore
Breve
introduzione
alla Personale Mostra d'Arte aperta a Sersale dal 8 Dicembre 2004
al 6 Gennaio 2005 dal tema: "L'Arte di fermare il tempo"
L'Artista Vincenzo
Borelli nell'augurare un Buon Natale e Felice Anno Nuovo invita
il pubblico alla sua Mostra d'Arte "PERSONALE" già aperta
dal 8 Dicembre 2004 al 6 Gennaio 2005 nella sala della "Sersalensis Gallery" di Piazza Casolini a Sersale (Catanzaro). Orario d'apertura:
dalle ore 10,00 alle ore 19,30. La personale ha per tema:
"L'Arte di fermare il Tempo".
Segue una
breve introduzione di apertura alla Mostra d'Arte personale:
Vincenzo
Borelli artisticamente noto come "Sersalensis" per le sue
origini di Sersale (Catanzaro), apre al pubblico Sersalese per il
mese di Dicembre 2004 una nuova mostra d'arte "personale" dal tema:
"L'Arte di fermare il tempo".
Definito da critici
e personaggi del mondo dell'Arte, "artista emergente" del
"nuovo genere figurativo contemporaneo" Vincenzo Borelli
è conosciuto ormai in mezzo mondo e soprattutto al sud Italia, grazie
ad Internet, perlopiù come "il pittore del ritratto",
tanto è vero che dagli USA in America, O. T. Founder e director
de "Il Ponte Italo-Americano", rivista culturale di Arte e poesia,
in una lettera indirizzata all'artista ha dichiarato: "la tua
fama ha superato i confini d'Italia ed ha raggiunto gli Stati Uniti
… ti prego pertanto di … collaborare alla nostra rivista internazionale,
nella quale vorrei presentarti ai nostri lettori".
Sono ormai in effetti,
numerosi gli anni che l'artista con coraggio e nervi saldi, tra
difficoltà smisurate (a motivo dell'iniziale arsura di un mercato
in via di sviluppo com'è quello del sud) e soprattutto ora con questa
crisi che attanaglia il mondo intero, continua ad avanzare in campo
artistico, nel quale si è immerso completamente, dedicandosi a tempo
pieno, in una professione difficilissima qual è appunto quella dell'arte
e trascurando mestieri più riparati e redditizi.
Con questa performance
l'artista intende spiegare al pubblico di Sersale l'enorme mole
di lavoro manuale, nonché intellettuale che sta dietro la realizzazione
dei suoi giganteschi capolavori e ritratti perché è nello stile,
nella ricerca tecnica, nell'acume spirituale (non inteso in senso
religioso) che si manifesta l'intelligenza e la rinomanza di un
uomo, che nel caso di Borelli potremmo definirla in costante cambiamento.
L'Arte di Vincenzo
Borelli è composta di studi rigorosi sulla forma, da una misurata
armonia e sobrietà dell'immagine, ma anche di un repentino e imprevisto
(a volte) distacco dal figurativo per precipitare nell'informale,
proprio com'è il suo temperamento, mai costante, ma fatto d'alti
e bassi, di frenetico lavoro e di completa apatia. È interessante
(a proposito dell'informale) ciò che scrive
di Lui un critico d'Arte 1) in occasione
di una mostra itinerante in Trentino alla quale ha partecipato:
"Vincenzo Borelli esprime una sua profonda linea filosofica intersecando
teorica sociologica a pittura e strumentando questa per la presentazione
di un suo originale edonismo…. L'effetto pittorico forse ne viene
penalizzato, ma s'innalza un significato superiore che potrebbe
rappresentare la spina dorsale della stessa arte."
Nel mensile regionale
"I Calabresi nel mondo", del mese di Maggio 2004, edito dalla
regione Calabria, il giornalista e critico d'Arte ALBERTO
MARIA SCRIMA definisce l'artista "una persona pacata
e ottimista, equilibrata e attiva, artisticamente ribelle; amante
della natura e dei luoghi nei quali è cresciuto e dove continua
a Vivere: Sersale" - ed aggiunge - "Nelle poche righe di
presentazione della sua vita di artista Borelli segna un solco profondo
che riempie di contenuti filosofici teologici e d'arte pura. Non
a caso la produzione di Sersalensis è poliedrica nel senso che propone
varie soluzioni pittoriche, passando con la medesima disinvoltura
dall'"incastonare" su una tavola una preziosa icona, o un paesaggio
dai tenui colori dell'acquerello, ai colori acrilici, alle forti
raffigurazioni dei murales, ai lavori a sbalzo, ai marcati colori
ad olio della più nota tradizione pittorica."
Vincenzo Borelli
non appartiene a quella generazione di pseudoartisti che credono
che l'essere artista con la "A" maiuscola significa produrre manufatti
in grande quantità, egli invece a discapito della massa (e del mercato)
predilige la qualità che si estrinseca certamente in pochissimi
esemplari, che hanno in se l'enorme potenzialità di saper estrarre
dall'animo dell'artista medesimo quelle prerogative e valori che
caratterizzarono e resero grande la vita di personaggi vissuti molto
tempo prima di Lui.
Egli si applica
per ore nel proprio lavoro, studia il soggetto, l'opera da realizzare,
non solo da un punto di vista tecnico, (anche se la tecnica fa parte
della sua ricerca artistica) ma innanzi tutto etico, infatti, condividendo
a pieno le parole di PAOLO PASOTTO artista Bolognese (vivente) che
ha affermato:
"Artista è colui
che esprime etica pel tramite dell'estetica. L'estetica è quella
generalità dell'oggetto della percezione che evidenzia il modo in
cui si reggono tra loro gli elementi sensibili che lo manifestano.
E, così come vi può essere buona o cattiva etica, vi sarà pure buona
o cattiva estetica. Estetica è fattore oggettivo di fronte alla
soggettività del percepire, è dunque accessibile ai sensi e si dà
mediante l'immagine. … Ma è nel campo dell'arte che oggi avviene
il rinnovamento di ogni cultura, e, oggi è proprio l'Artista che
può intuire le ragioni che stanno alla base di una cultura necessaria
all'umanità: le Sue intuizioni però non prendono la via del concetto
ma, appunto, quella dell'estetica, ché, non è detto che l'arte sia
uno con la coscienza pensante dell'Artista: Essa va a compiere un
percorso parallelo. …Arte è l'espressione sensibile dell'equilibrio
universale vissuta entro l'anima dell'artista, e l'attività di esso
vuole essere il messaggio etico da lui stesso intuito ed espresso
nell'opera estetica."
Ci si chiede, a
questo punto del discorso, su quale piano porre tutte le avanguardie
Artistiche che hanno caratterizzato tutta la storia dell'arte del
novecento: rispondere ad un tale quesito non è cosa molto facile,
richiede tutt'altra trattazione, e non è neanche nell'intenzione
di questa breve introduzione alla mostra del maestro Borelli, ad
ogni modo, possiamo ben dire che se con TIEPOLO e CANOVA finisce
un'arte Italiana intesa come riconoscimento internazionale e se
per gli Artisti di quel secolo - secondo l'opinione d'alcuni critici
e storici d'arte - alle neoclassiche tendenze etiche l'artista assegnava
determinati rivestimenti estetici in cui si attribuiva (sia da parte
dell'osservatore che dell'artista) principale importanza alla maestria
manuale più che al sentimento e alla sensibilità del "sentire" artistico
infuso dall'artista nella propria opera, con JAVACHEFF CRISTO che
impacchettava i ponti (divenuto famoso per aver avvolto con robusti
teli e corde il ponte Neuf di Parigi), ALBERTO BURRI che incollava
sulle "tele" canovacci di tela consumata e lacerata che ricuciva
e imbrattava di pittura, per finire con LUCIO FONTANA che divenne
famoso per il suo "concetto spaziale" che consisteva nell'aver imbiancato
la tela con uno strato omogeneo di colore (alla maniera degli imbianchini)
di conseguenza praticava con un coltello affilato sette tagli verticali
sulla tela e le novanta conserve al naturale in scatola d'alluminio
sigillata di "merda (escrementi) d'Artista" di PIERO
MANZONI, (un lontano
discendente dello scrittore dei "Promessi
Sposi") finisce con questi il periodo storico delle avanguardie,
gli artisti successivi che seguono queste tendenze (più che altro
per motivi di mercato) rappresentano solo un riflesso, una moda
passeggera, precaria, fugace per ritornare alla tradizionale solida
e secolare tecnica della pittura e della scultura, così la fiamma,
il fuoco divino consegnato nel ventesimo secolo ai comuni mortali
ritorna agli Dei, vale a dire, a chi ha inclinazione naturale per
la pittura e la scultura.
Per saperne di
più dell'Artista Sersalensis visitate questo sito web o meglio scrivete
una e-mail all'indirizzo indicato in questa pagina.
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1) Si tratta di
Oscar Visentin.
2) Le scatole
di "merda d'Artista" con incollata attorno
alla lattina un'etichetta che in quattro lingue (Italiano, Francese,
Inglese e tedesco) illustra il prodotto: ""Merda d'Artista"
contenuto netto gr. 30 conservata al naturale prodotta ed inscatolata
nel Maggio 1961" di sopra è riportata la firma con
il numero del lotto. Un confronto con le lattine di "Campbell"
di Andy Warhol, fanno apparire le ultime come biglietto
di presentazione per apprendisti all'"Arte", tra l'altro Piero Manzoni
è noto anche per il palloncino contenente il "Fiato d'Artista"
e per le uova sode in 150 esemplari, poste in una
scatoletta di legno con attorno della bambagia, presentate nel 1960
alla Galleria Azimut e firmate con la propria impronta digitale.
Le uova erano offerte al pubblico per essere consumate sul posto
("consumazione dell'arte dinamica"). L'uovo è una caricatura
dell'oggetto "firmato" è prodotto in serie
della società dei consumi, è una derisione agli altissimi onori
attribuiti agli artisti produttori di quel genere d'arte, che entra
in rapporto diretto con lo spettatore non solo in senso percettivo,
quindi psicologico ma anche biologico diventando materialmente cibo
da essere letteralmente consumata digerita e metabolizzata.
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Il Barattolo di "Merda d'Artista". 1961. Fare doppio
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Piero Manzoni, copia de "L'arte
da divorare", 1960. Per una migliore visione fare doppio
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Lucio Fontana, Concetto Spaziale 1967.
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Andy Warhol, Campbell.Fare doppio click sull'immagine per
una migliore visione.
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