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Parole & pensieri dell'Autore
Caos
& Cosmo: l'eterna battaglia
Testo tratto dalla lettera scritta dall'artista
al Pugliese, Sig. "G. S."
"...Tutti
conosciamo la crisi di vocazione e di adepti nella quale versa
il mondo cattolico occidentale, alimentata dalla difficoltà
della Chiesa di Roma di adeguare i propri dogmi alle mutate abitudini
e credenze della società moderna, così mentre la
Confessione Ortodossa Orientale sta conoscendo una seconda giovinezza,
in quanto esprime il sentimento d'identità nazionale dei
nuovi stati sorti dopo il crollo delle dittature comuniste, la
chiesa cattolica romana, invece deve fare i conti con le nuove
confessioni religiose che si accaniscono nei propri territori.
L'ingenuità
degli uni, e l'astuzia degli altri, comunque, fanno leva su una
profonda aspirazione umana innata nell'uomo: il desiderio dell'immortalità,
lo dice anche il sacro Libro e molti nell'estremo tentativo di
superare la transitorietà, la caducità della vita
umana sono incappati come insetti nella tela tessuta dalla
Vedova Nera , non si sono accorti che sotto le spoglie di un
semplice e inanimato ramoscello stava celata, perfettamente mimetizzata
in mezzo a tanti altri innocui cespugli l'infida Mantide Religiosa.
Purtroppo, la
verità per quanto dura da accettare, dimostra, che tutto
ciò che nasce è destinato a perire (lo rivela la
scienza), l'uomo come struttura organizzata di cellule è
una macchina che dura per un pó e poi perisce, l'unica
cosa che c'è di eterno nell'uomo sono i geni che si trasmettono
eternamente da una generazione all'altra mediante la riproduzione.
Lo studio delle civiltà antiche rivela che l'uomo sin dai
primordi nel tentativo di afferrare la tanto sospirata eternità
si è aggrappato alle credenze religiose, lo prova ad
esempio la cultura egizia con le piramidi e le sue mummie, ma
tutte queste grandi costruzioni (le piramidi, le necropoli, i
dorati sarcofagi, la tecnica dell'imbalsamazione e della mummificazione)
non sono serviti allo scopo, anzi hanno svelato una Verità
opposta, diversa, che forse il faraone antico neanche immaginava:
costruendo le piramidi, costruendo bellissimi sarcofagi e maschere
d'oro, scolpendo la pietra e decorando le pareti con immagini
e i geroglifici essi hanno fatto ARTE ed è la stessa
arte che ha assicurato l'immortalità e l'eternità,
non alla loro vita, che è da tempo perita, ma al loro NOME.
Noi periamo, ma
la nostra arte, le nostre opere, il nostro ingegno, il nostro
lavoro dura in eterno e tutto questo diventa storia, religione
e verità. Molti personaggi del passato (dal nobile al plebeo)
noi li conosciamo mediante le grandi opere d'arte; l'arte li ha
immortalati nell'eternità.
Caro G. S., questo
è il mistero svelato e la verità delle verità.
Tutto il resto è fantasia, irrealtà, pensiero non
dimostrato.
Ti sei mai chiesto perché
tutte le forme di espressione artistica erano vietate (anche se
non è esplicitamente dichiarato) presso il popolo di Dio?
Come mai Salomone il Re dovette
incaricare artigiani stranieri per ciò che riguardava l'aspetto
decorativo del tempio?
Perché le popolazioni antiche
dall'Asia alle Americhe ci hanno tramandato un grande patrimonio
in opere d'Arte e gli ebrei solo il Testo masoretico?
La risposta è
semplice, schietta e chiara, l'arte con la A maiuscola, per
gli artisti di ogni epoca, ad ogni latitudine e longitudine del
globo ha avuto l'identico significato, vale a dire: CREARE
L'ETERNO.
Quando l'estro
si trasforma in un Opera, un disegno, un ritratto, un qualcosa
di sublime, bello, venerabile, ogni artista ripercorre le tappe
dell'Elohim, il Dio Creatore della Bibbia.
Il primo capitolo
della Genesi si potrebbe riassumere in queste poche e sintetiche
parole:
In Principio c'erano
le tenebre; il Mondo era un abisso vuoto e senza forma, poi
per intervento Divino le cose s'illuminarono, si riempirono,
presero forma .
Un eco di queste parole, che sembrano
quasi un commento alla Genesi, si ritrova
nel Rig. Veda X°-1) che dice:
Egli l'Unico... fuori di Lui nient'altro
esisteva, c'era la Tenebra ... il tutto non era che massa confusa
d'acqua. Tutto allora era vuoto e senza forma, e per la potenza
del suo ardore che nacque il tutto.
E ancora, il poema babilonese
della creazione chiamato con le parole con le quali inizia e cioè:
Enuma Elish (Quando in
Alto).
Composto agli inizi del 2°
millennio a. C., narra la battaglia tra il caos personificato
nella dea Tiamat, regina dell'abisso o acque primordiali e l'ordine
cosmico incarnato nel dio Marduk. Il poema si chiude con il trionfo
di Marduk su Tiamat, cioè, con il trionfo del cosmo
sul caos, Marduk spacca in due il corpo di Tiamat e forma il
cielo e la terra. Così comincia l'opera creatrice di Marduk:
la quale, si noti, è creatrice nel senso di ordinatrice,
determinatrice del passaggio dal caos al cosmo, dal disordine
all'ordine.
Alla stessa maniera del
Dio Creatore, davanti all'artista non esiste altro che uno spazio
vuoto da riempire, (nel caso del modellato o di una installazione
), oppure una superficie piena e senza forma rappresentata, nella
scultura, da un blocco di marmo o d'altro materiale, e ancora,
da un ambiente bidimensionale, rappresentato dalla tela o dalla
striscia di carta, che per usare l'espressione biblica è
TOHU WA BOHU, vale a dire vuoto, informe, caotico
in essa l'artista crea l'immagine dell'habitat tridimensionale
fatto di forme, luci e colori;
- poi si ferma,
si allontana, osserva e dichiara: È molto bello!
- (Genesi 1, 31).
Il valore di entrambi
le dichiarazioni sopra menzionate, comuni a quasi tutte le religioni,
del passaggio creativo dal caos al cosmo, rispecchia un aspetto
che è alla base della formazione di tutta l'umanità
nel corso della storia, ne sono un esempio le istoriazioni rupestri
o arte camuna incisa su rocce di calcare dal paleolitico ad
oggi, infatti, esse costituiscono una serie di documenti storici
tra i più straordinari che l'uomo d'oggi abbia a disposizione,
sulle fasi formative della società umana: l'umanità
crescendo nella conoscenza delle leggi e delle regole che governano
il nostro mondo, e per estensione l'universo, è passata,
per cosi dire, da una visione primitiva-pseudoscientifica, quindi
caotica della realtà che ci circonda a una visione più
avanzata e precisa.
Al bello della
creazione Divina la Bibbia contrappone la bruttezza dell'azione
umana, analogamente nella storia dell'arte si assiste a questo
progressivo passaggio dal brutto (l'informale) al bello (la forma)
per poi ripiombare come è accaduto nel 900 nell'informale
. La bella arte antica, trova morte e sepoltura nella cosiddetta
Arte Informale , per questo motivo si è tanto parlato
nella nostra epoca di morte dell'arte e anche se vogliamo della
morte di Dio.
Il caos (illusorio)
attuale, comunque non durerà molto già si intravedono
i segni all'orizzonte di una lenta e progressiva ripresa. Ogni
artista sa che nell'arte è possibile ritrovare la religione,
assaporare la vita eterna, infatti, essa diventa il mezzo che
permette all'uomo di ribellarsi e svincolarsi dall'impotenza nei
riguardi della morte e dall'innata limitatezza della vita umana
e aspirare alla perfezione.
Tutti questi concetti,
presumibilmente erano chiari nella mente del redattore della sacra
scrittura e di conseguenza ispirandosi ai nobili sentimenti dell'uomo
(probabilmente il vasaio che modella l'argilla)artefice e creatore,
invento Dio il grande Artefice creatore del cielo e della
terra. Per questi motivi, la legge di Dio raccomandava, non ti
farai immagine scolpita, non per il fatto che l'uomo si sarebbe
poi prostrato ad adorarla, ma per non permettere all'uomo di scoprire
la fonte dell'universalità, per non assaporare l'ebbrezza
dell'eternità e della divinità.
Un altro tassello
che avvalora questa tesi è rappresentato dal simbolismo
antico ed universale della croce, infatti, lungi
dall'essere considerata peculiarità esclusiva della cristianità,
la si ritrova in forme diverse un pó dappertutto fin dalle
epoche più remote, essa era considerata nel suo significato
magico il simbolo del dio sole, fonte di luce e di vita che scaccia
il caos primordiale rappresentato dalle tenebre; quindi in senso
metafisico essa è simbolo della realizzazione dell'uomo
totale, uomo universale, infatti, essa rappresenta perfettamente
il modo in cui viene raggiunta tale realizzazione, mediante la
comunione perfetta della totalità degli stati dell'essere,
nell'espansione integrale secondo i due sensi: dell'ampiezza
- rappresentato dall'elemento della croce orizzontale - e della
esaltazione - raffigurato dall'elemento verticale della
croce; ecco allora che ogni artista con la propria arte idealizza
l'immagine dell'uomo universale, totale, (l'unto, il messia)
uomo che domina sulla natura, la studia, allarga le proprie conoscenze
e possibilità - ampiezza - esalta se stesso verso
il sublime, quasi sulla soglia del Divino - esaltazione
- e concretizza tutto questo sulla tela, sulla roccia e nell'argilla,
opponendo ordine a disordine, bene al male, cosmo a caos.
In questa prospettiva,
parecchio tempo fa mi è nata l'idea di realizzare una serie
di capolavori dal tema Ma l'uomo è il più feroce,
nei quali ho cercato il confronto tra la spietatezza umana con
l'indole naturale di alcune specie di animali cosi detti feroci
in estinzione... . "
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NOTE:
1) Rig. Veda X°: poema epico indiano
databile tra il XIV° e il IX° secolo a. C.
Sersale, 04 Luglio 01
Vincenzo Borelli
ARTISTA
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