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STEFANO ARIENTI È Stefano Arienti l’artista che AMACI, l’Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, ha scelto per realizzare l’immagine guida della sesta edizione della Giornata del Contemporaneo, il grande evento annuale promosso dall’Associazione, dedicato all’arte del nostro tempo e al suo pubblico. Cristalli è il titolo dell’opera
inedita (immagine a sinistra) che Stefano Arienti ha creato appositamente
per la manifestazione. Nel momento in cui l’Italia
si prepara alle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità Nazionale,
l’artista dedica un raffinato omaggio al nostro Paese rappresentandolo
come un’entità fragile, costituita da centinaia di piccoli
pezzi di vetro, resti ricomposti di una lastra di cristallo andata
in frantumi. Un’immagine in bilico tra distruzione e ricostruzione,
che poeticamente racchiude quel senso di sospensione e precarietà che
così fortemente caratterizza la nostra epoca. Parallelamente,
Cristalli è anche un tributo a Luciano Fabro (1936-2007),
uno dei maestri contemporanei che maggiormente ha influenzato il percorso
di Arienti, e in particolare alla sua enigmatica Italia Cosa Nostra
(1968): una delicata sagoma della penisola fatta di vetro trasparente. Prosegue dunque con successo il progetto di affidare
a un artista italiano di fama internazionale
la creazione dell’immagine guida della manifestazione, che
negli anni scorsi ha visto coinvolti
Michelangelo Pistoletto (2006), Maurizio Cattelan (2007), Paola Pivi
(2008) e Luigi Ontani (2009). La ricerca di Stefano Arienti affronta molti dei
temi legati al complesso “sistema della visione”,
nella convinzione che la pratica artistica possa contribuire a risvegliare
le percezioni sopite dalla
sovraesposizione agli stimoli a cui siamo sottoposti. In tal modo si
rivolge allo spettatore
coinvolgendolo in un processo mentale indipendente, critico e consapevole.
Arienti utilizza e
manipola materiali di uso comune sperimentando ed elaborando di volta
in volta tecniche e
metodologie inedite. Piegando, traforando o bruciando la carta, cancellando
testi ed immagini,
ricalcando stoffe e fotografie, l’artista lascia entrare il pubblico
nel suo mondo dominato da atti
apparentemente ripetitivi, gesti ludici presi in prestito dai bambini,
dalla leggerezza e dal gioco.
La sua indagine investe anche i materiali e le tecniche attraverso cui
le immagini sono costruite e
presentate. Così un libro può essere trasformato in volume
plastico, un fumetto in cilindro, dei
pezzi di vetro in sagome evocative. Artista tra i più influenti
della sua generazione, ha partecipato
a numerose mostre in tutto il mondo, tra cui ricordiamo la Biennale di
Venezia del 1993 e la 3a
Biennale Internazionale di Istanbul del 1992, e le più recenti
importati personali a Palazzo Ducale
a Mantova (2009), al MAMbo di Bologna con Cesare Pietroiusti (2008),
al MAXXI di Roma
(2004), alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (2005). |
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